Cose da sapere sul caffè che forse non conosci
Il caffè espresso, come lo conosciamo oggi, nasce solo 80 anni fa.
Ecco 5 cose che, forse, non sapete sul caffè espresso.
La sua origine
“Il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è?” recitava Nino Manfredi in un noto spot degli anni Ottanta.
E in Italia il caffè ha raggiunto la sua sublimazione con il caffè espresso di cui Angelo Moriondo inventò la macchina nel 1884 a Torino.
Nel 1901, Luigi Bezzera la prevettò e nel 1902 il brevetto venne acquistato da Desiderio Pavoni, che fondò l’azienda “La Pavoni”. Iniziò così una produzione in serie.
Sempre nello stesso anno, Pier Teresio Arduino, iniziò a pensare al lato estetico delle macchine. Essendo al centro del bar, dovevano necessariamente essere belle da vedere, e, ispirandosi alla locomotiva a vapore, idea nel 1910 una macchina dall’estetica molto curata, che si potrà poi trovare nei bar di mezza Italia. Fino a quel momento infatti le macchine per l’espresso funzionavano ancora a vapore, sistema che non esaltava il caffè al 100%. Nel 1938, Achille Gaggia, barista milanese, introduce per la prima volta un sistema basato sui pistoni, a pressione. Il suo prodotto finale è il caffè espresso così come noi lo conosciamo.
Stimola la dopamina
La caffeina dona piacere perché rende i recettori cui si lega più sensibili alla dopamina, l’ormone legato al buon umore.
Uno studio con più di 346 mila partecipanti ha analizzato la relazione fra la caffeina e la depressione, osservando che la caffeina (e in particolare quella nel caffè) ha un effetto protettivo contro l’insorgenza della depressione.
La dose consigliata
Gli esperti consigliano di assumere fra le 3 e le 5 tazzine di caffè al giorno. Una tazza di caffè americano contiene 100 milligrammi di caffeina, mentre una tazzina di caffè espresso sia in cialde che normale ne contiene circa 50.
L’indicazione è comunque di non superare la dose di 250 milligrammi, per evitare di risentire di eventuali effetti quali tachicardia, insonnia, ansia o irritabilità. Anzi, un moderato consumo di caffè si associa a una minore incidenza di aterosclerosi alle arterie coronariche.
In vetro o in tazza?
La tazzina ha un ruolo fondamentale per il caffè. Rispetto al bicchierino in vetro, le tazzine di porcellana o ceramica sono più spesse e trattengono meglio il calore del caffè, consentendo di sorseggiarlo più a lungo mantenendo inalterato il piacere.
La grande differenza rispetto tra vetro e a tazzina sta nel corpo centrale, che è trasparente. Questo consente di iniziare a “gustare” prima il caffè a livello estetico. Attraverso la consistenza della schiuma visibili tramite il vetro, è possibile avere un’idea della qualità del caffè: la schiuma che persiste con una certa densità indica che la qualità del caffè è elevata.
Il vetro? I puristi del caffè non cederanno mai ad ordinare un espresso nel bicchierino di vetro. Il caffè si beve nella tazzina in ceramica o in porcellana.
Dopo essere venuti a conoscenza di questi dettagli molto importanti sul caffè espresso, non ci resta che sorseggiarlo e gustarlo in tranquillità.
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